menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

La stanca rincorsa del modernismo

6 0
28.08.2024

Le Olimpiadi francesi hanno monopolizzato la nostra attenzione che, al di là delle competizioni, è stata attratta da infinite sollecitazioni succedutesi dalla cerimonia inaugurale a quella conclusiva. Non ci soffermeremo più che tanto su tutto ciò che abbiamo visto e ascoltato, sarebbe pleonastico, ripercorreremo alcuni aspetti, a volo d’uccello, significativi per ragionare intorno alla nostra visione dei Giochi Olimpici.

L’inaugurazione? Nulla di nuovo, è da Berlino 1936 che l’Olimpiade perde la sua verginità, Hitler, nell’occasione, più che altro, mostra al mondo i progressi della sua politica; da allora ogni edizione lancia i suoi messaggi politici, sociali, di costume dove anche i singoli atleti trovano il proprio spazio rivendicativo.

A Parigi, molta sessualità offerta come contributo al postmoderno ed in particolare ad una concezione ossessiva del sesso cara ai conformisti di destra e di sinistra, forse, appassionabili ancora al pezzo dell’Unità del 14 luglio 1968: “Non è l’esistenza dell’omosessualità ma è la ferocia razzista contro il terzo sesso che si scatena quando la morale si identifica con il moralismo più oscurantista e repressivo”. No! In quella rappresentazione c’era poco di tutto, anche di postmoderno.

L’era Greco-Romana ha vissuto di costumi che oggi potremmo ritenere sconvenienti: si pensi alla pratica della pederastia e della pedofilia, che ci consentono di considerare una ritardata banalità l’affermazione di Thomas Jolly sterile ideatore della cerimonia: “Abbiamo tanti diritti, inclusi quelli di amarci come vogliamo, con chi vogliamo”.

D’accordo, meno sulla necessità d’imporre coram populo una visione assillante del sesso e una successiva imbarazzante finzione di riprovazione vaticana coerente, del resto, con l’impaccio generato dal cardinale Fernàndez, prefetto per la Dottrina della Fede (Sic) noto per i suoi volumi: La pasión mistica e Guariscimi con la tua bocca: l’arte di baciare.

E all’intellighenzia francese forse è sfuggito che le contrapposizioni politiche sono mediabili ma non lo sono le diverse concezioni del mondo e della vita: da qui l’ampiezza delle divergenze.

Controversie che hanno interessato anche la tragedia, greca, in riferimento a Olimpia? Messa in scena dal nostro saltatore in alto. Quanto simpatico sostegno avrebbe avuto se invece di farsi fotografare, a poche ore dalla gara, su una barella d’ospedale con una flebo al braccio, per poi piangere in pedana ed ancora, con conoscenti a bordo tribuna, in lunghi abbracci più fisici che disperanti. No, non era una tragedia, solo una sceneggiata extraolimpica.

Del tutto antisportive e diseducative le cronache televisive Rai, comunque magnificanti, sempre una ragione, una scusante, un futuro certo per le prestazioni non lusinghiere dei competitori italiani. Con la stessa gravità, commentiamo il comportamento degli inviati in occasione di affermazioni e vittorie. Una per tutte, la telecronaca dell’incontro per la finale di pallavolo con gli Usa. Telecronisti, uomo e donna, completamente invasati, esaltazione che viepiù cresceva con il buon........

© L'Opinione delle Libertà


Get it on Google Play