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Il manicheismo è la cultura dell’ignoranza e della guerra

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11.09.2024

Molti non sanno che il manicheismo nasce come religione manichea, dal nome del suo fondatore Mani, vissuto nel III secolo dopo Cristo in Persia, oggi Iran, e scompare nel XIV secolo. Esso rappresenta “una tendenza a contrapporre in modo rigido e dogmatico principî, atteggiamenti o posizioni ritenuti inconciliabili, come fossero opposte espressioni di bene e male, di vero e falso” (Treccani). Questa visione dualistica è tipica dello sviluppo infantile nel quale, il bambino, non essendo ancora in grado di sviluppare un pensiero complesso osserva e si spiega la realtà in modo semplice: buono-cattivo, vero-falso, bianco-nero, amico-nemico. Purtroppo questo meccanismo atavico del pensiero umano non sempre evolve in età matura in un pensiero complesso. Ma fin qui il tutto rientra nella imprevedibilità umana. Cosa diversa è quando si vuole manipolare il comportamento umano risvegliando questa parte del pensiero infantile. Come dice Daniel Kahneman, il nostro cervello va a risparmio energetico, per cui quando più ci è facile avere una comprensione intuitiva di un messaggio che leggiamo o ascoltiamo e trovandolo logico senza sforzo perché funzionale al dualismo con cui siamo cresciuti, diventiamo facile preda della manipolazione.

A scuola abbiamo sempre studiato che le guerre le combattono gli eserciti (non sempre vero perché i civili sono sempre inevitabilmente coinvolti) i quali a loro volta hanno una divisa che non serve solo per distinguere l’amico-nemico (una coppia manichea), ma per indicare al popolo chi odiare: non a caso il terrorismo fa saltare questo aspetto e si parla di guerra “asimmetrica”. Anche il digitale fa regredire la mente umana al pensiero manicheo, anzi gli da quasi........

© L'Opinione delle Libertà


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