Meloni contro Canfora, De Gasperi contro Guareschi
Non è uno scontro tra titani, ma l’urto di due eccessi. Giorgia Meloni, una giovane leader, ruspante e combattente, abituata agli scontri verbali, querela per diffamazione Luciano Canfora, un vecchio professore, antichista coltissimo, appartenente alla sinistra dura e pura perché innamorato del comunismo. L’accusa di Canfora: Meloni è “neonazista nell’animo”. Come giudicare la controversia? I punti di vista sono tanti. Il mio è che la Meloni ha sbagliato due volte: la prima, a non contraccambiare a Canfora di essere “uno stalinista nell’animo”; la seconda, a non fregarsene del giudizio di Canfora. Forse non lo ha ricambiato perché la replica diffamatoria, ammesso che Canfora consideri diffamatorio “stalinista”, avrebbe eliso “neonazista”. I due battibeccanti sarebbero stati su un piede di parità, escludendo le querele reciproche.
Non mi convince neppure il punto di vista secondo cui, divenuta la Meloni presidente del Consiglio dei ministri, la carica dovrebbe imporle di rimettere la querela. Sono due gli aspetti cruciali della questione: l’uno politico e l’altro giudiziario, che possono essere intrecciati oppure no. Un presidente del Consiglio ha senz’altro il diritto, anzi il dovere di querelare un cittadino che gli attribuisca........
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