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Lo “stato virtuale” di Enrico Letta e la “clausola della libertà preferita”

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27.09.2024

Due proposte non troppo utopistiche per contribuire a sbloccare lo stallo dell’Unione europea

L’Unione europea gliel’ha chiesto e lui l’ha fatto. Enrico Letta ha compiuto un lungo viaggio nelle città d’Europa e tra persone rappresentative della società europea per redigere un rapporto sul Mercato unico. N’è venuto fuori un libro, edito dal Mulino, intitolato Molto più di un mercato. Viaggio nella nuova Europa. Delle molteplici considerazioni e soluzioni, che Letta svolge e prospetta nel rapporto, intendo occuparmi della proposta che egli stesso riassume e definisce con l’espressione “Stato virtuale”, molto suggestiva, come vedremo, anche perché sembra un’antinomia controfattuale. A riguardo, Enrico Letta ha chiarito: “La complessità dell’Europa impone piani di lungo periodo. Ma la burocrazia è veramente troppa. Nel piano, per esempio, propongo la creazione di un ventottesimo Stato virtuale, con un proprio ordinamento commerciale. Le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, potrebbero scegliere se usare leggi nazionali o il nuovo regolamento, unico e valido in tutta Europa. Ho trovato il favore di Cna e Confartigianato. Gli Stati Uniti ne sarebbero felici per poter investire. Ursula von der Leyen ha rilanciato il progetto nel suo discorso d’insediamento” (Sette, Corriere della Sera, 6 settembre 2024).

Ed ha meglio specificato: “L’idea è quella di costruire un ventottesimo Stato virtuale europeo con un suo diritto commerciale, e magari domani un suo ordinamento fiscale, e di rendere applicabile dovunque in Europa questo sistema. Un’impresa cioè che, scegliendo il diritto del 28mo Stato virtuale eviterebbe, operando nei diversi Paesi europei, di dover passare da un sistema all’altro. Un diritto commerciale unico valido dovunque nell’Ue. Si tratterebbe di un enorme passo in avanti verso la semplificazione e l’integrazione. E lo si farebbe attraverso una opzione e non una imposizione. In molti campi infatti in Europa i negoziati per costruire normative unitarie si scontrano con la volontà degli Stati membri di mantenere alta la bandiera nazionale e di non abbandonare le proprie tradizioni normative. Superare queste frammentazioni è invece fondamentale per competere a livello........

© L'Opinione delle Libertà


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