Russia: un uomo nuovo e soliti progetti
La guerra di Vladimir Putin – oltre che dilungarsi al di là delle sue più pessimistiche previsioni – si sta estendendo in quella che possiamo definire escalation in orizzontale, riferendomi agli allargamenti geografici. Le schermaglie tra le forze Nato e l’esercito russo sui reciproci confini si stanno intensificando, assumendo caratteristiche apparentemente preoccupanti. Definisco il tutto “apparentemente preoccupanti” a causa degli evidenti limiti di escalation in verticale, quindi l’utilizzo di armi più devastanti, in quanto, a oggi, non risultano essere utilizzati solo quegli ordigni con “caratteristiche nucleari” che porterebbero all’utilizzo illimitato della “forza bruta” (Carl von Clausewitz).
Così stiamo assistendo, in una zona di confine della Lituania con la Bielorussia, alla più grande esercitazione della Nato dai tempi della Guerra fredda, dove carri armati Leopard 2, veicoli da combattimento Puma, insieme a super armati elicotteri militari disegnano uno scenario che dovrebbe impressionare gli attenti osservatori moscoviti. La manifestazione di “potenza militare” è guidata dalla Germania, in particolare dal generale Carsten Breuer capo della difesa tedesca: ha l’obiettivo di ostentare come le forze dell’Alleanza possano difendere il fianco orientale dell’Europa da una eventuale invasione. Quindi, è sì un avvertimento a Putin, ma anche una rassicurazione agli alleati.
Per contro, nel quadro di un bilanciamento degli avvertimenti, la Russia procede con esercitazioni con ordigni........
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