Visioni. “Un altro Ferragosto”, una copia sbiadita dell’originale
Paolo Virzì ha firmato un film verboso e apocalittico sull’Italia contemporanea. Il regista livornese, 28 anni dopo aver girato Ferie d’agosto, torna a Ventotene, per raccontare Un altro Ferragosto. Purtroppo ha perso la grazia espressa in film come Ovosodo (1997), My Name is Tanino (2002), Caterina va in città (2003), La pazza gioia (2016). Ora ha sostituito il cinismo bonario con un compiaciuto qualunquismo. Il cineasta, considerato prematuramente l’erede di Mario Monicelli, ha provato a ricreare l’insanabile disputa che ha diviso la famiglia di destra, rappresentata dai Mazzalupi, dalla famiglia di sinistra, rappresentata dai Molino. Ma gli anni passano per tutti. Qualcuno se ne è andato (Piero Natoli ed Ennio Fantastichini). Eppure, sull’isola quasi tutti gli altri protagonisti sono tornati: il malconcio Sandro e la disillusa Cecilia........© L'Opinione delle Libertà
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