Gli amici del 26enne ucciso a Bergamo: «Così abbiamo visto morire Riccardo»
L’OMICIDIO. I compagni: «Non c’entra il tifo. Provocati, volevamo chiarire. Stavamo andando via, è spuntato De Simone col coltello».
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«Stavamo parlando con una parente di quel ragazzo (la mamma di Jacopo De Simone, il 18enne arrestato per l’omicidio di Riccardo Claris, scesa in strada per placare gli animi, ndr), il gruppetto che ci aveva provocato al bar non c’era più e la situazione sembrava essersi calmata. Noi stavamo per andarcene, quando qualcuno ha gridato “Ha una lama, ha una lama!”. In quel momento mi sono voltato e ho visto quel tipo (De Simone, ndr), sbucato da chissà dove, con un coltello in mano. Riccardo era già a terra, colpito alla schiena. Era accanto a me, questione di centimetri e di secondi e al suo posto potevo esserci io. Ho tentato di tamponargli la ferita alla schiena, ho provato disperatamente a rianimarlo prima che arrivassero i soccorsi. Purtroppo non c’è stato nulla da fare».
È il racconto di come un 21enne dell’hinterland ha visto morire il consulente di 26 anni ucciso con un fendente in via Ghirardelli all’una della notte tra sabato 3 e domenica 4 aprile. Il giovane ha ricostruito le drammatiche sequenze ad alcuni amici nell’immediatezza dei fatti. Sono loro - Paolo di 21 anni e Massimo di 22 (nomi di fantasia perché ci hanno chiesto l’anonimato), anch’essi residenti in due paesi dell’hinterland - a riferirlo al nostro giornale, dal momento che il testimone oculare, in vista dell’audizione come persona informata sui fatti in programma nella giornata di oggi - 6 maggio - davanti ai carabinieri, per correttezza ha voluto evitare........
© L'Eco di Bergamo
