«Il mio fratellino con una sindrome rara. Ho donato il midollo e si è salvato»
LA STORIA. Micaela Azzola, 18 anni, la sorella maggiore: «Luca è nato con una brutta malattia, ora sta bene. Il mio impegno sull’importanza di donare».
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«C’è un destino che ci rende fratelli - scrive il poeta americano Edwin Markham - nessuno va per la sua strada da solo. Tutto ciò che facciamo nella vita degli altri, ritorna nella nostra». Nella famiglia di Micaela Azzola, 18 anni, di Gazzaniga, l’impegno di aiutarsi a vicenda è diventato ancora più saldo di fronte a difficoltà straordinarie, rafforzando i legami di affetto e solidarietà reciproca. Quando era ancora bambina Micaela ha donato il midollo osseo al fratello minore Luca, per aiutarlo a combattere contro una malattia genetica rara.
«Sono felice di averlo fatto, se potessi ripeterei questa esperienza anche per una persona sconosciuta: la donazione di midollo osseo, infatti, è un gesto semplice, privo di conseguenze per chi lo compie, preziosissimo per chi lo riceve». Questo l’ha resa più sensibile alle difficoltà di chi vive una condizione di malattia e sofferenza, spingendola impegnarsi nel volontariato, e a sostenere le attività di sensibilizzazione di Admo (www.admo.it).
Frequenta la quinta liceo linguistico dell’istituto superiore «Romero» ad Albino e ha ereditato questa attitudine all’impegno sociale dai genitori Fulvia e Maurizio. «Ho conosciuto l’Admo perché me ne ha parlato mia madre, sempre attenta alle attività dell’associazione, sensibile ai temi legati alla donazione di midollo osseo, anche prima che ci toccasse direttamente».
Condivide con la madre anche la partecipazione a Cooperativa Amandla, la bottega locale del commercio equo e solidale, insieme con una spiccata sensibilità alla giustizia sociale.
Suo fratello Luca è nato a gennaio del 2008: «Subito nei primi mesi ha iniziato ad avere problemi di salute come tosse e influenza, che però non si risolvevano con i rimedi comuni. I miei genitori lo hanno portato all’ospedale per capire che cosa stesse succedendo».
In un primo momento, però, le analisi non avevano dato un esito preciso e in seguito, anche su consiglio di altri genitori, avevano deciso di rivolgersi all’ospedale Gaslini di Genova per un consulto: «Dopo altri esami di approfondimento - racconta Micaela - i medici hanno scoperto che Luca aveva la sindrome di Wiskott-Aldrich, che secondo le statistiche colpisce un neonato ogni 250........
© L'Eco di Bergamo
