Giro d’Italia, un tributo alla nostra storia
Chissà se in questo weekend, pedalando lungo le strade venete e friulane del Giro, lo sloveno Primoz Roglic e l’italiano Antonio Tiberi sono stati anche solo sfiorati dal pensiero che un secolo fa, in questi luoghi, i loro bisnonni si sono combattuti dai fronti opposti della Grande Guerra.
Sui fiumi, per cominciare: il Piave, anzi la Piave più di ogni altro, cui il grande giornalista Giorgio Lago ha dedicato l’incisiva immagine di «un fiume cippo, una golena del ricordo».
Qui da Caporetto alla vittoria correva il confine tra il Nordest occupato e il resto d’Italia, nel lunghissimo e devastante “anno della fame”, in cui la mancanza di cibo ha provocato una strage di civili. Qui è arrivato dodici mesi dopo il riscatto di una nazione che pareva distrutta.
E poi, il Tagliamento che nei drammatici giorni della rotta dopo Caporetto ha subìto l’assalto di decine di migliaia di soldati sbandati e di civili in fuga dalle truppe austroungariche: non pochi dei quali morti annegati nelle sue acque. Per finire........
© Il Mattino di Padova
