Khelif, il trionfo dei pensieropiattisti italiani
Mi ha dato molto da pensare, la vicenda della pugile algerina Imane Khelif. No, non soltanto per la sua personale vicenda: stiamo comunque parlando di una persona con una affezione molto particolare, di una atleta, di un essere umano che molti - tra cui esponenti della nostra politica - si sono permessi di dileggiare, chiamandola "l'algerino", dandole non solo del "maschio" abusivamente infiltrato in una competizione femminile, ma sottintendendo (quello era il loro scopo reale) che alla base di quello che per loro è il "sovvertimento" della natura c'è un'ideologia perversa, una volontà umana e ideologica - identificata con la "sinistra", il progressismo o qualunque cosa sia appena più a sinistra di Tajani - d'opporsi a "ciò che è naturale", di cui loro, i conservatori (la premier ha di recente detto che i conservatori sono i veri rivoluzionari: un ossimoro, diremmo, se non temessimo di risultare oscuri, e quindi offensivi, a taluni ministri...), si vogliono dire custodi e difensori.
Ma non è questo, non solo, il punto.
Riflettevo sul fatto che maschio-femmina sembra una delle articolazioni binarie più semplici del mondo. Ciò che è femminile o maschile lo è "evidentemente". E ogni evidenza è sempre rassicurante: costruiamo il mondo a partire dalle evidenze, e poi passiamo la vita a catalogare le........
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