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Dalla parte della pace sono seduti solo i vinti

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25.03.2024

Arrivammo e ci sedemmo dalla parte della pace, dove c’era un sacco di posto perché era quasi vuoto. Da lontano, sentivamo parlare alcuni che erano convinti – magari in buona fede, ma certo non tutti – d’essere seduti dalla parte della pace, e parlavano di armi, di deterrenza, qualcuno diceva pure quella vecchia cosa “si vis pacem, para bellum”, che infatti è diventato il nome di alcune armi micidiali. Intanto, intorno a noi la guerra sale come certa nebbiolina dapprima invisibile, che ti fa solo rabbrividire un poco, e poi s’ispessisce e tu ti ci ritrovi dentro, cieco e gelato, e non sai neppure com’è successo.

Ieri pensavo a come dovevano sentirsi le persone in Europa nel 1939, per esempio. Mica l’avevano scordata l’immensa macelleria della prima guerra mondiale, solo pochi anni prima, meno di una generazione, pensavo. E pensavo a dove esattamente comincino, le guerre, da quanti pretesti, da quanti atti ripetuti, e sottolineati, di “violazioni”, e “sconfinamenti”, e da quale serie di dichiarazioni, recriminazioni, accuse reciproche, proclami; da quale propaganda scambiata per verità, da quale realtà contraffatta come menzogna, e viceversa: come una nebbiolina che si va facendo più spessa, e nemmeno te ne accorgi e ti ritrovi sotto qualche Palazzo a urlare “Arruoliamoci!” dopo il discorso d’un invasato.
Mi dicono che no, non è una preoccupazione realistica, ma capite, in un mondo in cui, contro ogni evidenza, autorità politiche e persino istituzioni ti dicono che il cambiamento climatico, la carenza d’acqua, il montare delle disuguaglianze non sono preoccupazioni realistiche, qualche dubbio mi viene.
E la pace, questa creatura meravigliosa che tutti vogliono e nessuno si piglia (perché volere la pace, e sostenerla, e metterla in atto è una virtù........

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