Nessuno ha il monopolio del cattolicesimo democratico. Tantomeno Dlerio
Diciamoci una banale verità. Nella coalizione di sinistra e progressista manca oggi una gamba realmente ed autenticamente centrista. A prescindere che sia di orientamento o di matrice cattolica. Si tratta di una coalizione che progressivamente ha cambiato ruolo e natura rispetto al passato. Innanzitutto perchè il Pd, con la guida forte e movimentista della Schlein, è diventato un partito espressione di una sinistra libertaria, radicale e massimalista e anche perchè è fallito miseramente quel progetto centrista che poteva controbilanciare lo spostamento a sinistra del Pd. Cioè, il cosiddetto progetto del ‘terzo polo’ di Renzi e Calenda.
Ora, per non farla lunga, se la gamba centrista non può essere interpretata e guidata da chi ha platealmente fallito la sua scommessa, è altrettanto vero che se il tutto si riduce a rafforzare la componente cattolica all’interno di questo Pd, si tratta di una semi presa in giro. Detto con parole più semplici e comprensibili, se il tutto si riduce - al di là delle chiacchiere e della propaganda di rito dei Delrio di turno - a chiedere più potere e più visibilità all’interno del Pd, la scommessa di rilanciare un progetto centrista, riformista e anche di ispirazione cristiana è semplicemente destinato ad essere sacrificato sull’altare delle note, collaudate e ricorrenti ambizioni personali. Cioè, una pura questione di potere. E il convegno del 18 gennaio a Milano non è nient’altro che un affare che riguarda il Pd, la sua natura, il suo profilo e la sua stessa “mission”. Cosa ovviamente legittima ma che, di fatto, c’entra poco con la necessità di affinare e rilanciare un progetto politico centrista e, soprattutto, come recita la miglior cultura democratico cristiana, una “politica di centro”.
Ecco perchè, sempre al di là dell’ipocrisia, forse sarebbe anche il........
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