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In Israele si discute già del dopo Netanyahu. Sale l'ipotesi Bennett

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06.01.2025

Settimana turbolenta nell'agorà israeliana. Con i negoziati per la liberazione degli ostaggi altalenanti. L'accusa ad un turista israeliano in Brasile di aver preso parte come soldato a crimini di guerra a Gaza. E quella al generale della 252ª Divisione Yehuda Vach di negligenza, inosservanza delle procedure dell'IDF e nepotismo. Netanyahu costretto a lasciare in anticipo l'ospedale, dopo un’operazione delicata e contro il parere dei medici, per presenziare ad un voto sulla legge di bilancio, dove temeva l'imboscata “amica”. Ordita, con mancanza di stile, dal ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, sempre più leader dell'estrema destra che vorrebbe intensificare il pugno duro su Gaza. Malumori nel Likud, con il passo indietro dell'ex ministro della Difesa Gallant da parlamentare. Infine, l'enigma dello sfidante.

Da mesi sulla stampa israeliana è tutto un gran parlare di quello che potrebbe essere un terremoto politico, in caso di elezioni anticipate: il ritorno sulla scena di Naftali Bennett. L'anti Netanyahu, per eccellenza. Eppure, a ben vedere Naftul & Bibi sono due personalità così vicine e affini, politicamente, che solo la competizione, per la poltrona di primo ministro, ha messo uno di fronte all'altro. Bennett “il giovane” come molti ricorderanno si è formato alla scuola di Netanyahu, di cui è stato capo di gabinetto. Un passato nel Likud all'ombra del maestro e poi l'esperienza, dopo la cacciata, a leader dell'estrema destra con il movimento Yamina, che gli andò letteralmente stretto, e quindi nella formazione HaBayit HaYehudi, la casa ebraica. La notorietà arriva a giugno del 2021 quando è nominato a capo del variegato governo destra-centro-sinistra, con l'appoggio del partito arabo Ra'am, che spodesta Netanyahu dal trono di Israele. Un esecutivo non tanto di larghe intese, che invece saranno fragili, ma di scopo: tutti uniti contro il nemico Netanyahu. Durerà un anno, ma intaccherà l'immagine dell'invincibilità del falco della destra. Poi per Bennett la doccia fredda, l'annuncio del ritiro dalla politica e l'esito delle elezioni del 2022. Una breve pausa lontano dai riflettori e quindi la catastrofe del 7 ottobre. Piano piano riprende a punzecchiare l'avversario. Cosa che dal campo dell'opposizione fanno con minor successo Yair Lapid e Benny Gantz. Meglio la piazza e Yoav Gallant passato da ministro non allineato, e quindi apprezzato da un vasto pubblico, a potenziale contendente per la leadership del Likud, Netanyahu permettendo.

Intanto, Bennett sale alle cronache. Le voci di un suo ritorno si fanno sempre più insistenti, e concrete. Al punto che se le elezioni si tenessero oggi, l'eventuale partito da lui........

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