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Dopo i referendum Il rischio delle riforme senza dialogo e la politica dei muri

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Le schede del referendum - Maurizio Maule / Fotogramma

Perché tanta paura del dialogo, del confronto, della discussione? È questa paura, infatti, che sembra prevalere nei commenti sui referendum. Ignorando il merito dei quesiti referendari, si interpretano i risultati in chiave di mera prova di forza. Per gli uni, la prevalenza degli astenuti esprime la vittoria schiacciante della maggioranza al governo; il non piccolo numero di votanti viene presentato come una mezza vittoria delle opposizioni, sempre nella stessa logica

Ma nessuno può intestarsi l’astensione come vittoria della propria parte, perché è sempre una sconfitta della democrazia e di tutti coloro che l’hanno a cuore: la partecipazione al voto ne è un pilastro essenziale, già fortemente indebolito da una crescente disaffezione che non va in nessun modo incentivata.

Non si può perciò irridere chi ha scelto di andare a votare per i referendum né annettere tout court i votanti alle file dell’opposizione. Soprattutto, non si........

© Avvenire